La Legge 38/2010 e i successivi documenti attuativi, specificano che le Reti di Terapia del Dolore: “operano attraverso tre settings di cura: a livello ospedaliero, dove sono attivi i primi due settings di cura classificati come Centri di diversa complessità denominati “Hub e Spoke” e a livello territoriale in collaborazione con il Medico di Medicina Generale”, che viene identificato come la figura professionale con specifiche competenze ed esperienza che deve essere coinvolta nella Terapia del Dolore. Nel documento di intesa approvato dalla CSR il 25 luglio 2012 si esplicitano i requisiti del MMG, che deve “conoscere i Percorsi Diagnostici Terapeutici e Riabilitativi (PDT-Dolore) ed in particolare deve essere in grado di effettuare una diagnosi del tipo di dolore, utilizzando semplici strumenti disponibili in ogni ambulatorio, misurarne l’intensità e l’impatto sulla qualità di vita, registrando in cartella il dato, come previsto dall’Art. 7 della Legge 38/2010, ed impostare la terapia”.
Il documento “Accreditamento della rete di terapia del dolore” approvato dalla CSR il 27 Luglio 2020, che è il presupposto per la gestione delle persone con dolore cronico mediante un’organizzazione integrata ospedale-territorio in grado di garantire la necessaria continuità delle cure e la corretta gestione del trattamento terapeutico per un bisogno stimato di circa 2 milioni pazienti/anno al Capitolo 1 ribadisce la necessità della “Adozione di un documento contenente linee di indirizzo e criteri omogenei sui percorsi di cura nelle fasi di accesso, valutazione multidimensionale e terapia” e nel Capitolo 2 (requisiti punto 1.0), “La medicina generale con le sue aggregazioni costituisce parte essenziale degli Spoke nell’ambito della rete” e ancora al punto 4.0 Percorsi Multimodali di Cura… “Nell’ambito della RLTD vengono adottati PDTA specifici al fine di garantire percorsi di cura omogenei, appropriati ed efficaci”. La normativa di accreditamento poi specifica che “Nella rete di terapia del dolore, come previsto dal criterio 5 dell’Intesa Stato-Regioni del 25 luglio 2012, operano figure multiprofessionali: medici di medicina generale ed infermieri in possesso di adeguata formazione ed esperienza, specialisti in Anestesia e Rianimazione dedicati alla terapia del dolore e, in rapporto alle specificità delle diverse patologie, altri medici specialisti (definiti 5 dall’accordo previsto dall’art. 5, comma 2, della legge 38/2010) nonché le altre figure professionali ritenute essenziali”.
Risulta pertanto chiaro che il Legislatore ha colto la necessità, sollecitata dalle Società Scientifiche, che anche la persona con Dolore Cronico, al pari delle altre cronicità, si avvalga di un “suo percorso specifico di cura”, parallelo a quello della malattia causale, e che esso debba essere modulato sulla complessità e sia il frutto di una interazione tra diversi professionisti che debbono perseguire gli stessi obiettivi.
Tre sono gli obiettivi di cura nel paziente con dolore cronico: ridurre l’intensità del dolore sotto la soglia di interferenza con le attività della vita quotidiana, ridurre la disabilità potenziando le capacità residue e supportare psicologicamente il malato nel suo percorso di recupero.
Per questo motivo la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie ha ritenuto importante approfondire gli aspetti multidisciplinari del percorso di cura definendo ruolo e compiti di alcuni Operatori: Medico di Medicina Generale, Algologo, Fisiatra, Psichiatra, Psicologo e soprattutto la loro azione sinergica e integrata per un progetto di salute individualizzato per ciascun paziente con dolore cronico.